
La fascinosa complessità della virtù ...
di Carla Guidi

... Noi invece, la cui patria è il mondo come per i pesci il mare, che pure prima di mettere i denti abbiamo bevuto l'acqua dell'Arno e amiamo Firenze tanto da subire ingiustamente l'esilio per averla amata, appoggeremo la bilancia del nostro giudizio alla ragione piuttosto che al sentimento ...
(Dante, De Vulgari Eloquentia I - VI, 3)
1
Nacqui nella tua Firenze quando
la seconda guerra mondiale era cessata,
(devastante era stato il suo Inferno)
derubata, assetata, affamata la città,
sull'Arno distrutti tutti i ponti,
fuorché quello antico risparmiato
dall'architetto feroce che in tutta Europa
aveva costruito con mattoni d'ossa ...
2
Furono i cittadini poi l'11 agosto del 44,
(e ne saresti stato orgoglioso
tu Priore a governare la città Guelfa)
a riscattare quella Firenze dei bottegai
degli usurai, delle teste anguicrinite,
dei pugnali traditori e dei vizi segreti,
quando i rintocchi della Martinella sulla torre
accesero finalmente la sua liberazione ...
3
In Toscana ancora nel '900, c'era chi
recitava la tua Commedia a memoria,
ne avevo anch'io un grosso volume
del 1880 (illustrata da Gustavo Dorè)
ed il tuo ritratto accigliato accompagnò
le mie prime allitterazioni, disegni e sogni
in cupe atmosfere o nel volo per le stelle
prima che per me sbocciassero gli amori ...
4
Fragilità, terrore, volontà e coraggio,
eri un amico misterioso che insegnava
ad osare, nonostante tutto,
col viaggio di Ulisse e con la passione come
Paolo e Francesca (anche se finiva male)
seguendo la fascinosa complessità
della virtù, di conoscenza e sentimento
della vita ed il valore della memoria ...
5
Ancora tu, l'antico, ad aver osato
(Orfeo innamorato nel viaggio agli Inferi)
vergare una cosmogonia del contrappasso,
dovesti assistere impotente a S. Croce
al traboccar del fiume iroso e sacro a Marte,
lurido di petrolio a demolir cultura ed esistenze,
poi un miracolo fece scendere i nipoti di Stendhal
in aiuto e volare a Firenze gli angeli del fango ...
6
Passati altri anni, ancora si taceva
colpevolmente e la brutalità dei tempi
aveva solo cambiato norme e riferimenti.
Allora grazie alle tue parole gentili e sanguigne
che non nascondevano pianto e mancamenti,
la tua poesia (pur avendo ritrovato Beatrice
in Paradiso) divenne così forte da resistere
agli oltraggi di ripetizioni e addestramenti ...
7
Fu la tua morte in esilio e Ravenna
(che ti aveva ricevuto con grande rispetto)
vegliò la tua dipartita il 14 settembre del 1321
nella data dell'Esaltazione della Vera Croce.
I santi e le divinità sui cieli d'oro ti accolsero,
cittadino onorario per l'eternità che meritavi
ma sulla terra le tue ossa si mossero
ancora, contese tra tumuli e ideologie ...
8
Son 700 gli anni da quel giorno
e la tua tomba a Firenze è ancora vuota,
ma tu sei sempre vivo ed artista universale
nonostante le fazioni, rispettato emblema
di un Paese dolente, litigioso, disunito,
fin nella lingua che ci hai indicato, da volgare
divenuta metafora poetica e nobile riferimento
della gloria, della ragione e dell'etica ...