
A Carmen Yáñez
FLOR DE MUJER
di Anna Maria Giancarli

Il Premio letterario "L'Aquila-BPER"
Di Anna Maria Giancarli

Fu un'autentica sfida, nel lontano 2002, istituire un premio letterario a L'Aquila, per dotare la città di un ulteriore evento significativo e per onorare la più autorevole scrittrice aquilana Laudomia Bonanni, colpevolmente dimenticata.
Da allora il premio letterario internazionale "L'Aquila - BPER", a lei intitolato, ha portato in città le voci poetiche internazionali più prestigiose (tra gli altri, Evtušenko, Adonis, Walcott, Takano, Strand, Ben Jelloun, Lian, Blandiana, Zagajewski) e quelle di tanti eccellenti poeti italiani premiati nelle varie edizioni (tra gli altri, Lunetta, Cucchi, Magrelli, Beha, Bisutti, Portinari, Lo Russo, Insana, Ballerini).
Il consenso nei confronti del premio è cresciuto di anno in anno, sia per la levatura della giuria (tra gli altri, Spaziani, Merini, Santagata, Zavoli, Sabatini, Barberi Squarotti), che per la serietà e l'impegno degli organizzatori.
La poesia ha avuto anche il merito di aprire le porte del carcere aquilano "Le Costarelle", dove ogni anno i detenuti hanno potuto incontrare e dialogare con l'ospite d'onore, oltre che ascoltare le poesie dei detenuti vincitori del concorso nazionale di poesia riservato ai reclusi nei penitenziari italiani.
Uno sguardo particolare, inoltre, il premio lo ha rivolto ai giovani, con una sezione a loro dedicata e con il loro attivo coinvolgimento nella scelta, all'interno di una terna fornita dai membri della giuria, del supervincitore.
Un bilancio molto positivo, quindi, nonostante il catastrofico terremoto che, nel 2009, distrusse la città e la situazione determinata dall'attuale pandemia.
L'edizione ventesima del premio, infatti, come quella dello scorso anno, ha richiesto una forte capacità di resistenza, ma il cammino prosegue, seppur problematico.
Quest'anno, come sempre, hanno risposto la bando le più autorevoli case editrici e singolarmente i poeti.
L'ospite d'onore sarà Carmen Yáñez, poeta, nata nel 1952 a Santiago del Cile che, nel 1975, finì - dopo il golpe fascista di Pinochet - nelle mani della polizia politica e nell'inferno di "Villa Grimaldi" (la casa segreta della polizia politica). Miracolosamente scampata, rimase in clandestinità fino al 1981. In seguito, sotto la protezione dell'ONU, si rifugiò in esilio in Svezia, dove iniziò a pubblicare le sue poesie. Nel 1997 si trasferì, sempre da rifugiata, in Spagna, nelle Asturie, con suo marito Luis Sepúlveda.
In Italia ha pubblicato con Guanda cinque volumi di poesia.
Carmen Yáñez ha vissuto e vive la poesia come militanza e impegno e come strumento di riscatto e allerta per i diritti negati a tanti popoli. I suoi versi si avvalgono d'una lingua limpida, ispirata al quotidiano e a una immaginazione surreale.
A Carmen Yáñez
FLOR DE MUJER
... dolore come la luna bianco / Carmen
tra giorni dalla notte invasi / tempi feroci
e sillogismi di libertà da garrota recisi.
Ulula il vento lo strazio nel deserto greve
quando il niente è più pesante del piombo
e colpisce con spigoli affilati, allora,
la campana a morte suona / ma /
là dove il nitore impatta col nero
sul tuo volto, Carmen, lacrime di giglio
scivolano sulla carta e sprigionano
in gran volo aromi di sogno, todavía.
Fili di luce s'allacciano alle stelle
mentre liberi farfalle d'utopia /
le nubi d'incanto si fan d'oro
a stanare la torva indifferenza
dei tanti umani / muti / come i fiumi
di Dilmun che non scorrono mai.
Fiera la tua voce persiste oltre il turbine
degli addii e nevicano, nella liturgia dei giorni,
gelsomini contro il vuoto del male, todavía,
scalfito dal limo prezioso della tua parola.