
ESSERE ALTRO
LUCÌA DONADÌO: ADIOS AL MAR DEL DESTIERRO
di Paulina Santiago & Alfonso Quartuccio
ESSERE ALTRO
LUCÌA DONADÌO: ADIOS AL MAR DEL DESTIERRO
di Paulina Santiago & Alfonso Quartuccio

" Destierro": personaggi sradicati che cercano il riscatto altrove, sempre inquieti, insoddisfatti, sempre in fuga dal luogo natio avaro di opportunita', in fuga dalle origini , per ritrovarsi estranei in altre parti e mantenere un microcosmo di memoria eterna mitica di un nuovo umanesimo. Per non dimenticare valori autentici, colmi di cultura contadina, le fondamenta di una civilta' genuina e concreta in ogni suo aspetto essenziale.
Si vive anche la poverta', sempre obbligati a ricominciare; si trasmette con orgoglio la miseria, eredita' che a volte lascia la vita, quasi con ricchezza , composta nei ricordi, ma insaziabile sete di vita e di fare.
La denuncia della miseria di un mondo che emigra si fonde con l'interesse e il fascino antropologico di usi e costumi antichi, certo anche contemporanei, per conoscere quelle culture altre, quegli odori e sapori altri - La Colombia -, e tradurre le differenze con una sua interpretazione: un Libro " Adios al mar del destierro"
Il paese dell'anima, la Calabria della Donadio, e' descritta a sé, memoria astorica, eterna, mitica. Un riscatto antropologico, per un riscatto di personaggi altrove, fuori, per questo curiosi e insoddisfatti, rifugiati nell'interno dei ricordi, specie d'infanzia svegliata dai e con i problemi del reale, in una nuova terra aperta a problemi sociali, per le sorti di ogni andare, per la liberta' dell'attuare femminile e della giustizia .
La sua storia personale s'intreccia con la storia degli altri.
Il ritorno reale immaginifico a Morano Calabro "Cantano : O Sole mio, Bella Ciao, Mamma mia dammi cento lire..., l'odore del basilico alla finestra , il sapore del pomodoro."
L'aroma di una vita che si mischia , l'odore delle pietre, delle erbe nei campi, le voci. Tutte le sue radici nel vero, visto come una luce simbolica e il prisma della memoria dove contano le atmosfere e i personaggi con la luce di sole e ombre che li circondano.
Un universo epico, mendicanti di affetti e verita' fuori dal tempo si sfogliano in un linguaggio moderno con storie sature di colori e passioni.
Una novella pofondamente umanista che esamina i misteriosi vincoli che si stabiliscono tra il destino degli esseri umani la terra che ci ha visto nascere e quella dove viviamo.
Donadio scrive Morano le chiese le scale il castello gli angoli i muri, la sua storia, le avventure dei suoi concittadini. La scrittrice cattura con le parole, di sciabola e fioretto, l'intimita' del paese . Rende con estrema semplicità forze e meraviglie ma anche aspetti negativi per chi ama la propria terra e ha difficoltà a lasciarla: il padre nel 1920. Troviamo temi delle malattie,della vecchiaia, della memoria e dell'amore, un senso vero dell'essere, d'esistere.
Un racconto, sembra, sull'attesa della morte e come la vita tra i vivi sia intensa e difficile come chi conosce di dover morire a breve.
E così Lucìa Donadìo dice di sé, dei suoi silenzi: «Nostalgia . Solitudine e tristezza sempre meno , ho costruito la mia vita sul lavoro che la riempie scrivendo lettere a Camillo e leggendo libri sopra la morte. Il dolore sorpassa il razionale. Ho in me una tristezza contenta , perche' la trasformo quando scrivo , semino , cucino. La lettura , lo scrivere la casa editrice il giardino i miei amici, la mia famiglia , mi riempiono d'energia , sono la mia allegria. Il tempo? Un mistero. Quando mi dedico a cio' che desidero non esiste. La lettura la scrittura: parole e linguaggio il mio rifugio il mio vestito.»
Adiós al mar del destierro | Sílaba Editores