
Cronache&Commenti
SALVINI COME RE "PIPPETTO"?
di Aldo Pirone

La storia a volte si ripete, la prima è una tragedia la seconda è anche ridicola
In questi giorni di bailamme politico e di cambi repentini di posizione di partiti e leader politici, se ne sentono e se ne vedono di tutti i colori. Ieri mattina Luciano Canfora nella trasmissione TV Agorà, ironizzava su Salvini che dovrebbe - diceva - essere orgoglioso di aver fatto una mossa togliattiana. Si riferiva al Togliatti della "svolta di Salerno". Salvini stesso, senza ironia e, soprattutto, senza orrore di se stesso, per giustificare il cambio repentino di posizione sul Recovery fund e sull'Europa si era richiamato a De Gasperi, Togliatti, Parri negli anni del Cln antifascista (1943-'45). Tutta roba strumentale, pur di avere la possibilità di accomodarsi alla tavola della gestione dei miliardi europei del Recovery fund.
Volendo, per divertimento, seguire il gioco fasullo dell'analogia con il periodo della Resistenza e della Guerra di Liberazione nazionale, è lecito domandarsi: ma che ruolo si potrebbe assegnare al "bauscia" meneghino simile a uno degli attori allora in scena? Escluderei radicalmente quello di leader come De Gasperi, Togliatti, Parri ma anche Nenni o Saragat. Più consono mi sembrerebbe quello del monarca Vittorio Emanuele III. Com'è noto il re fellone, dopo aver condiviso tutto con Mussolini, alla fine se ne distaccò per salvare non l'Italia, che infatti abbandonò l'8 settembre in mano ai nazisti, ma la dinastia. In comune con "Pippetto" Salvini ha anche una qual certa cialtroneria che se fu tragica nel sovrano savoiardo in lui è del tutto pagliaccesca e comica. Ambedue, però, hanno avuto conseguenze nefaste per gli italiani. Salvini ha combattuto contro l'Europa e il suo cambiamento solidaristico, come il re fellone combatté contro la grande alleanza delle Nazioni antifasciste: gli Alleati. Poi il sovrano si arrese perché, come disse a Mussolini poco prima di farlo arrestare, "l'Italia era a tocchi". Similmente Salvini, sconfitto dall'Europa anti sovranista, ora cerca di salire sul carro degli aiuti europei da lui sempre avversati con una "svolta" che, però, nei suoi obiettivi è l'incontrario di quella di Togliatti. E' come se all'epoca la "mossa spiazzante" verso il Cln antifascista l'avesse fatta il re per salvare se stesso e la monarchia. Ma quella di Salvini più che una "svolta" appare una capriola trasformistica cui è stato spinto dai leghisti delle "fabrichette" del nord est. Un trasformismo che, comunque, va sfruttato perché ieri ha già diviso il gruppo parlamentare sovranista all'europarlamento nel voto sul regolamento del Recovery fund.
Ci si domanderà: come sfruttarlo facendolo fallire? Basta non far toccare palla al Salvini governista e al tempo stesso fargli ingoiare provvedimenti che siano tutto il contrario di ciò che ha nutrito la sua propaganda antisolidaristica e xenofoba di questi anni. Alla furbata salviniana il nuovo governo di Draghi dovrebbe contrapporre la continuità con quello di Conte, almeno sulle cose essenziali: fisco progressivo, accoglienza, sviluppo ambientalmente sostenibile, sanità pubblica, sostegno a poveri e lavoratori dipendenti e autonomi, del ceto medio e della piccola e media impresa, giustizia senza scappatoie per i ricchi, ecc.. Lo farà?
Se non si può impedire a Salvini di tuffarsi in piscina, si può, però, svuotargliela dell'acqua.