
ASSUNTA PANZA
TRE POESIE

ECCO LA PIETRA
Una lettera una poesia
un mancato abbraccio
sillabe lastricate di ghiaccio
glissano insistenti incuranti
un coltello affilato
una lama sottile
taglia il morso del tempo
il crepitio d'una musica dìssona
fascia roteanti sfere
vampe riluttanti a voci senza suono
la folla svanisce
la sedia un'isola
cerchi concentrici d'oceani scardinati
ecco la pietra pregevole
profuma d'inusitata possanza
malcerta visione del colore impalpabile
scarlatto il manto del leggiadro stupore
ecco la pietra falsa
tacita ombra dai contorni decisi
buia la macchia dell'acre sberleffo
* * *
LUCCIOLE, SCINTILLE D'ESTATE
Si muovono attraverso gli spazi
come rare pulsioni di luce
lame affilate di boschi schivi
possono posarsi su steli
è dal ventre che promana la luce
luce fredda discontinua quella del maschio
brevi istanti d'intenso bagliore
frastagliato lampo di sprezzante clamore
ali potenti e spesse volteggiano
conquistano il grano
superba dimora di una notte senza luna.
Ore d'attesa per le femmine procaci
luce continua
florido lampo
ali fragili
debole suono
eterno stato larvale
acume fruttuoso di sagace passione
cessa il sordo lamento di scintille impreviste
vano il vagheggiare rapito d'un suono maldestro
muta lo sfondo opaco del lastricato pendio
* * *
FRA CIELO E TERRA
Ode passi innocenti di bimba scalza
si ritrae nel profondo squarcio di sole
il pensiero si arresta
fende la nebbia del candido gioco
ora è lì che le tende la mano
rapito è il silenzio
d'un'attesa straripante
lembi di sospiri rincorrono
sbuffi di luna silente
nel raggio di uno sguardo
un vago cerchio racchiude
l'immacolata veste
il fiore reciso scherza
salta su un groviglio d'orizzonti
lui la ferma
s'intrecciano le dita
- Ci copriremo a vicenda
il dorso della mano -
una promessa fra cielo e terra
il fiore rigoglioso si accende di stupore
l'abisso non è che un ricordo