
APPELLO PER LA DIFESA
DI FRIGOLANDIA
un centro culturale che promuove la libera arte
e il libero pensiero
di Marco Palladini

Conosco Vincenzo Sparagna si può dire da (quasi) sempre. Dal tempo in cui, studente liceale, nei primi anni Settanta del secolo scorso aderii ad un gruppo della cosiddetta sinistra extraparlamentare di cui Vincenzo era un pugnace ed eterodosso dirigente. Talché gli 'ortodossi' ovvero stalinisti altri dirigenti ad un certo punto lo cacciarono. A metà di quel decennio - gli 'anni di fuoco' li ho definiti nel mio romanzo-memoir Non abbiamo potuto essere gentili - me ne andai anche io dal gruppo e presi la strada della scrittura. Sparagna lo ritrovai, seppure da lontano, tra i fondatori e gli animatori, tra il 1978 e il 1982, della rivista "Il Male", ovvero il più rivoluzionario ed esplosivo giornale di satira e di fumetti del secondo Novecento italico. Tra i disegnatori e autori militanti di quella testata c'erano Pino Zac, Vincino, Angese, Vauro, Cinzia Leone, Riccardo Mannelli, Jacopo Fo, Sergio Saviane, Angelo Pasquini, Jiga Melik, Piero Lo Sardo e tanti altri. La breve stagione del "Male" fu contrassegnata da sequestri e denunce a iosa, mentre venivano confezionati clamorosi falsi riproducendo le prime pagine dei più importanti quotidiani nazionali con iperboliche fake news, si direbbe oggi: la più nota quella relativa al presunto arresto di Ugo Tognazzi in quanto capo, 'grande vecchio' delle Brigate Rosse. Vincenzo in quanto direttore responsabile del giornale collezionò, credo, al tempo non poche denunce. Purtroppo "Il Male" non riuscì a diventare il nostro "Charlie Hebdo", esaurì rapidamente la sua parabola umoristico-incendiaria, nacque però nel 1980 una nuova rivista "Frigidaire", meno impattante dal punto di vista politico del "Male", ma con una capacità di rinnovamento del fumetto di alta qualità ben superiore. Accanto a Sparagna si ritrovarono nella redazione alcuni dei migliori, giovani autori italiani: dal geniale Andrea Pazienza a Filippo Scozzari, da Stefano Tamburini a Tanino Liberatore, a Massimo Mattioli, e poi José Muñoz, Marc Carò, Franz Ecke, Aldo Di Domenico etc.
Tra molti alti e alcuni bassi (penso alle dolorose morti precoci di Tamburini e Pazienza) "Frigidaire" esiste ancora dopo quarant'anni (affiancata pure da "Il Nuovo Male") e Sparagna continua a dirigerla con immutabile ardore e pulsione creativa, senza farsi prendere dal nostalgismo. Non a caso quindici anni fa a Giano dell'Umbria ha dato vita a Frigolandia, un febbrile 'centro culturale polivalente' che, oltre alle redazioni delle riviste, ospita un Museo dell'Arte Maivista gremito di materiali e pezzi unici, visitato nell'arco di tre lustri da migliaia di persone provenienti anche dall'estero. Frigolandia è un naturale luogo d'incontro per disegnatori, artisti, scrittori, nonché studiosi e studenti, organizzando laboratori e molteplici consessi creativi. Dunque, un luogo aperto, pulsante di vita fattiva ed inventiva che adesso viene minacciato di sgombero da parte della giunta comunale di impronta civico-leghista che, senza alcuna motivazione chiara o plausibile, ha approvato un'ordinanza per cacciare Frigolandia e tutta la vasta comunità che ad essa fa riferimento. Che cosa c'è sotto? Mi ha scritto Sparagna che probabilmente vi è soltanto "l'avidità di intascare soldi pubblici e distribuirli in appalti agli amici. Un giochetto che gli ha permesso di chiudere un camping qui accanto sei anni fa e spendere quasi mezzo milione per farne un... camping, salvo a lasciarlo vuoto, abbandonato e rovinato. Se noi non ci fossimo più... potrebbero ottenere altri soldi per qualche altro fantomatico rilancio turistico/alberghiero, salvo a lasciare tutto vuoto, com'era da anni prima che arrivassimo". Insomma, una mossa da amministrazione predace, maneggiona, ostile per principio a tutto ciò che sa di arte, cultura, editoria, libera creatività. È per questo che Vincenzo oltre a muoversi sul piano istituzionale-giuridico con un ricorso al TAR, ha lanciato un appello che ho raccolto e che qui rilancio per la difesa di Frigolandia e contro le manovre di una pessima classe politica locale, specchio peraltro di quella nazionale. Chi ha a cuore la libertà culturale e la difesa di una storia luminosa e importante come quella di "Frigidaire" e "Il Male" può firmare l'appello, indirizzato al presidente Mattarella, al link postato qui sotto. Pubblico inoltre anche il comunicato ufficiale inoltratomi da Sparagna che spiega in dettaglio ed esaurientemente il senso di questa indecente vicenda.
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Frigolandia a rischio sgombero.La libera Repubblica dell'Arte sotto
minaccia
L'amministrazione del Comune di Giano dell'Umbria vuole sgomberare Frigolandia, centro culturale polivalente, redazione delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male, nonché Museo dell'Arte Maivista, che ha in esposizione oltre 500 opere e in archivio più di 3000 tavole, disegni, quadri, sculture, e che negli ultimi quindici anni è stato visitato da migliaia di persone da ogni parte d'Italia e del mondo, ha organizzato mostre, incontri, laboratori, attività di promozione culturale in molte città italiane.
L'11 marzo 2020, in piena emergenza coronavirus, gli amministratori del Comune di Giano dell'Umbria hanno emesso un'incredibile quanto illegittima ordinanza di sgombero di Frigolandia. Documenti alla mano, è solo l'ennesimo attacco immotivato da cui dovremo difenderci, ma in questo momento così delicato per tutto il paese è ancora più assurdo e difficile, anche perché lo strumento usato, l'ordinanza, ci costringe a un ricorso al TAR o alla Presidenza della Repubblica.
Nuvole nere incombono sul futuro di Frigolandia, centro culturale fondato nel 2005 da Vincenzo Sparagna, direttore di Frigidaire e de Il Nuovo Male, alle porte di Giano dell'Umbria, in provincia di Perugia. Qui in anni di lavoro è stata creata, secondo il progetto allegato alla Convenzione con il Comune, la Città Immaginaria dell'Arte Maivista (movimento inventato nel 1985 da Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna),un centro culturale polivalente, ispirato alla ricerca visiva di riviste storiche per la satira, il fumetto, l'illustrazione e l'arte italiana ed europea degli ultimi decenni, ovvero Il Male, Frigidaire e tutte quelle create dal gruppo di Frigidaire nel corso della sua avventura editoriale iniziata nel 1980 e arrivata oggi alla quinta generazione di autori.Frigolandia è museo, laboratorio, redazione, luogo d'incontro e di studio per artisti, scrittori, fotografi, grafici, giornalisti, studenti di ogni parte d'Italia e del Mondo.
La vicenda
L'11 marzo 2020, in piena emergenza coronavirus, gli amministratori del Comune di Giano dell'Umbria hanno emesso un'ordinanza di sgombero di Frigolandia entro 60 giorni. Solo le disposizioni governative di stop provvisorio a simili procedimenti hanno allungato i termini di questo ipotetico sgombero all'ultima settimana di agosto e, in seguito ad altre disposizioni legate al coronavirus, a ottobre. L'azione ostile del Comune è particolarmente infida, poiché si basa su un'ordinanza comunale, strumento amministrativo che ci costringe a ricorrere non a un normale tribunale civile, ma addirittura al TAR o alla Presidenza della Repubblica. Documenti alla mano, è l'ennesimo tentativo di attacco per cancellare la "Libera Repubblica dell'Arte" fondata da Frigidaire nel 2005. Già nel 2008 il Comune avviò una causa di sfratto per una presunta morosità, inviando le notifiche a un indirizzo sbagliato: ne venimmo a conoscenza solo dopo una prima sentenza di sfratto esecutivo, riuscendo ad opporci in extremis. Il relativo processo si è concluso dopo quattro anni nel 2012 con la condanna del Comune al pagamento delle spese legali non avendo il preteso sfratto alcun fondamento giuridico. Dopo qualche anno di tranquillità nel 2015 va in scena il secondo atto di questa incomprensibile persecuzione. Il Comune decide di considerare unilateralmente concluso l'affidamento, anche se, come ripetutamente sottolineato dagli avvocati di Frigolandia, la convenzione decennale, stipulata nel 2005 a seguito di una delibera della Giunta comunale (la n.106 dell'08/11/2005), prevede la possibilità di altri tre rinnovi automatici agli stessi patti e condizioni ciascuno per un periodo di dieci anni, e solo il Concessionario, ovvero Frigolandia, può "recedere dalla convenzione - si legge nel testo del contratto - comunicando al Comune tale volontà mediante preavviso scritto da inviarsi con almeno 12 mesi di anticipo". Ignorando tale esplicita condizione, il Comune pretende che i canoni di affitto pagati da 2016 ad oggi (6000 euro all'anno, come da convenzione) sono da considerare un "risarcimento" per non aver riconsegnato l'area su cui sorge Frigolandia (un ex complesso turistico, a lungo abbandonato, conosciuto come La Colonia), nonostante la società concessionaria non sia in alcun modo tenuta a farlo. Ora, a marzo 2020, l'ordinanza di sgombero. Al di là dell'aspetto giuridico della questione è scandaloso il tentativo di sopprimere un centro culturale, editoriale e artistico visitato da migliaia di persone da ogni parte d'Italia e del mondo, che oltretutto non ha mai ricevuto aiuti pubblici e paga puntualmente il canone previsto dal contratto di concessione. Dal 2005, oltre a risistemare gli edifici e curare il parco che li circonda a proprie spese, Frigolandia ha organizzato mostre, incontri, laboratori, attività di promozione culturale, diventando un polo di attrazione e quindi anche di promozione turistica per tutto il territorio. A Frigolandia sono sistemate e ordinate circa 60 tonnellate di pubblicazioni (riviste e libri) che documentano le più avanzate ricerche nel campo del fumetto, della satira, dell'illustrazione e dell'arte degli ultimi 40 anni, una grande biblioteca, migliaia di tavole originali e migliaia di fotografie. Il Museo ha in esposizione oltre 500 tavole, disegni, quadri, sculture, fotografie e ha in archivio più di 3000 opere, che sono state la base negli ultimi anni per mostre di grande successo sia in Umbria, in particolare a Perugia e Terni, che in molte città italiane, Milano, Bologna, Roma, Pesaro, Pescara, Piacenza, Napoli, Pavia, Parma ecc.".
Per sostenere e salvare Frigolandia è stato lanciato su change.org un appello pubblico al Presidente della Repubblica e al Ministro dei Beni Culturali. Per firmare l'appello ci si può informare e connettere sul sito della Repubblica dell'Arte, www.frigolandia.eu.